11 febbraio 2018

Gesù guarisce un lebbroso, sottraendolo così all’isolamento assoluto e mandandolo dal sacerdote perché possa essere reintegrato nella società. I miracoli sono segni che ci aiutano a conoscere l’identità di Gesù, il Figlio di Dio che dona a tutti la salvezza.

UN LEBBROSO A GESÙ: «SE VUOI PUOI PURIFICARMI!»

Commento - Disegno: Stefano Pachì
FORSE potrebbe sorprendere ritrovare, in un testo antico come il Levìtico oggi proposto dalla liturgia (I Lettura), temi vicini a noi quale può essere quello della emarginazione sociale. Il lebbroso, che la tradizione d’Israele considera alla stregua di un morto, di un cadavere ambulante, era obbligato dalla legge, durante tutto il tempo della sua malattia (che quasi durava fino alla morte) a non accedere ai villaggi, a vestire in un certo modo, a coprirsi la barba, a gridare alla vista di un’altra persona: «Immondo! Immondo! » al fine di farsi evitare. Gesù, invece, incarnando una logica “accogliente” e davvero “inclusiva”, supera le norme esistenti rispetto agli emarginati, tocca il lebbroso, lo guarisce e lo reintegra nella vita civile (Vangelo).
Ai Corinti, san Paolo, seguendo Gesù, rivolge anch’egli una parola che ha per fine quello di rimuovere ogni esclusione ed emarginazione, esortando chi lo ascolta a eliminare tutto quanto porta alla divisione tra le persone, avendo cura di non scandalizzare nessuno e di farsi tutto a tutti per la gloria di Dio (II Lettura).

Guido Colombo, ssp

A LOURDES LA VERGINE MARIA È APPARSA A SANTA BERNADETTE

Malati alla Grotta di Lourdes in preghiera.
L’11 febbraio di quest’anno ricorrono i 160 anni dalle apparizioni di Lourdes (1858). La Vergine Santa si mostrò alla giovane Bernadette Soubirous presentandosi ad essa con il titolo di Immacolata Concezione, confermando di fatto quanto era stato definito come dogma dal Beato Papa Pio IX, appena quattro anni prima (1854).
La presenza di Maria a Lourdes è stata, fin dal primo momento, grazie anche alla testimonianza semplice e bella, ma allo stesso tempo faticosa e travagliata di Bernadette, legata al fiducioso affidamento che i fedeli fanno della propria vita a Lei, Madre del Signore, per consegnarle le proprie sofferenze, i propri dolori, le proprie malattie sia fisiche che spirituali.
Fin dai primi tempi, numerosissimi pellegrini, alcuni di essi colpiti da gravi infermità, hanno raggiunto la città francese. È stato principalmente questo il motivo che ha spinto il Papa San Giovanni Paolo II, a disporre che a partire dal 1993 la memoria della Vergine di Lourdes divenisse Giornata Mondiale del Malato. Quest’anno siamo alla XXVI edizione. Tema: «Ecco tuo figlio… Ecco tua madre”. E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé».
L’invocazione a Maria «Salute degli infermi» manifesta con forza la fede nel potere della Vergine di guarirci dai nostri mali. In effetti, Maria è la Corredentrice del genere umano; e la grazia della Redenzione si estende su tutte le fragilità della condizione umana, conseguenze del peccato.

G.C.

INSIEME NELLA MESSA

Insieme nella messa

Preghiera dei fedeli

C - Fratelli e sorelle, come il lebbroso, anche noi supplichiamo il Signore perché guarisca l’umanità dalle ferite che ancora oggi la attanagliano.

Preghiamo insieme dicendo: Vieni in nostro aiuto, Signore.

1. Per la Chiesa, perché si mostri madre di misericordia verso tutti coloro che soffrono a causa della solitudine, dell’abbandono, del disagio economico e morale. Preghiamo:

2. Per i malati di lebbra, perché la scienza medica insieme alla solidarietà internazionale non lasci mancare il soccorso possibile e necessario. Preghiamo:

3. Per le nostre comunità cristiane, perché promuovano la riconciliazione tra le generazioni e le classi sociali con la forza dell’amore, che vince ogni violenza e apre gli animi alla speranza. Preghiamo:

4. Per noi che partecipiamo alla mensa eucaristica, perché ci lasciamo educare da questa esperienza di comunione e di fraternità, alla solidarietà e condivisione con ogni persona. Preghiamo:

Intenzioni della comunità locale.

C - O Padre, risplenda per noi la luce della tua Parola. Sostienici con la forza del tuo Spirito perché le nostre opere ti rendano gloria, per mezzo del tuo Figlio Gesù, che vive e regna nei secoli dei secoli.

A - Amen.

VI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

12 L Venga a me la tua misericordia e avrò vita. I farisei chiedono a Gesù «un segno dal cielo». Gesù rifiuta tale richiesta, perché il miracolo non è il prezzo che Dio deve pagare perché uno creda; esso è un segno che conferma l’autenticità della fede donata e sinceramente accolta. Ss. Martiri di Abitene; S. Benedetto di Aniane. Gc 1,1-11; Sal 118, 67-68.71-72.75-76; Mc 8,11-13.

13 M Beato l’uomo a cui insegni la tua legge, Signore. Preoccupàti solo delle loro necessità materiali, i discepoli non capiscono quanto Gesù ha operato e neppure lo ricordano. Per mettersi in sintonia con Gesù è necessario che il cuore non sia indurito da nessun “lievito” che lo alteri. S. Martiniano; S. Benigno; B. Giordano di Sassonia. Gc 1,12-18; Sal 93,12-15.18-19; Mc 8,14-21.

TEMPO DI QUARESIMA
14 M
Mercoledi delle Ceneri. Perdònaci, Signore: abbiamo peccato. Gesù onora le tre pratiche fondamentali della pietà ebraica: elemosina, preghiera e digiuno. Il discepolo deve evitare di trasformarle in mezzo per mettersi in mostra. L’unico referente deve essere «il Padre, che vede nel segreto». Gl 2,12-18; Sal 50,3-6.12-14.17; 2Cor 5,20 - 6,2; Mt 6,1-6 16-18. Astinenza e digiuno. (Foglio a parte).

15 G Beato l’uomo che confida nel Signore. Alla confessione di Pietro, che Gesù è “il Cristo di Dio”, Gesù aggiunge la dolorosa sorte del “Figlio dell’uomo”. La sequela di Gesù garantisce la salvezza della propria vita, ma esige l’accettazione incondizionata del peso quotidiano della croce. Ss. Cirillo e Metodio, Patroni d’Europa. Dt 30,15-20; Sal 1,1-4.6; Lc 9,22-25.

16 V Tu non disprezzi, o Dio, un cuore contrito e affranto. La pratica religiosa dei seguaci di Gesù non corrisponde a quella tradizionale. La “sequela” di Gesù è certo impegnativa, ma non equiparabile ad un accompagnamento funebre. Il “lutto” non si addice a coloro che hanno con sé “lo sposo”. Ss. Faustino e Giovita, S. Claudio de la Colombière. Is 58,1-9a; Sal 50,3-6.18-19; Mt 9,14-15.

17 S Mostrami, Signore, la tua via. Il pubblicano Matteo ha compreso che il «Seguimi!» ordinatogli da Gesù non è per un destino di tristezza, pur dovendo abbandonare ogni cosa. Ecco, allora, un gran convito a casa sua, corrispondente a un pranzo di nozze. Ss. Sette Fondatori O.S.M. (m.f.); S. Flaviano; S. Silvino. Is 58,9b-14; Sal 85,1-6; Lc 5,27-32.

[18 D I Domenica di Quaresima / B (B. Giovanni da Fiesole.) Gen 9,8-15; Sal 24,4-9; 1 Pt 3,18-22; Mc 1,12-15]. 

Tarcisio Stramare, osj

Salmo responsoriale e accompagnamento

Salmo

PROPOSTA PER I CANTI: da Repertorio nazionale, Canti per la Liturgia, ElleDiCi/Cei, Ed. 2009, 5 Ristampa. 

Inizio: Te lodiamo, Trinità (733); È un tetto la mano di Dio (643).
Salmo responsoriale. Ritornello: M° A. Parisi; Mia luce e mia salvezza (96).
Processione offertoriale: Tendo la mano (734).
Comunione: Custodiscimi (636); Quando venne la sua ora (704).
Congedo: Oltre la memoria (693).

ACCOMPAGNAMENTO
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Accompagnamento


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