13 marzo 2016

Nel cammino verso la Pasqua la Liturgia della Parola ci presenta l’incontro di Gesù con la donna adultera. Egli tende la mano alla donna umiliata e disprezzata a motivo del peccato e le dà la possibilità di rinascere a vita nuova.

GESÙ ALLA DONNA: «VA’ E D’ORA IN POI NON PECCARE PIÙ»

commento

UNA lettura continua di tutta la Bibbia ci guida nel percorso della storia della salvezza, che procede dall’imperfezione verso la perfezione come allo sviluppo di un corpo. Ogni passaggio è necessario e inevitabile, in continuo superamento, fino a raggiungere la sua perfezione. Su questa linea Isaia paragona i memorabili interventi di Dio, risalenti al tempo dell’Esodo, con i futuri interventi che avrebbero accompagnato il popolo nel suo ritorno dalla deportazione in Babilonia. Il superamento sarebbe stato tale da far dimenticare le cose passate (I Lettura).
Gesù si colloca al termine dello sviluppo, quando l’umanità raggiunge in lui la sua perfezione, facendola passare dallo stato “riconosciuto” di peccato a quello della grazia. Davanti alla donna adultera, i suoi accusatori si ritirano dalla scena. La peccatrice viene risanata con una formula che si estende anche al futuro: «D’ora in poi non peccare più» (Vangelo). Paolo si serve del linguaggio sportivo per indicare il suo impegno per il Vangelo. La sua vita è una corsa verso la mèta, al premio che è Cristo (II Lettura).
Tarcisio Stramare, osj

Preghiera dei fedeli

C - Fratelli e sorelle, la Quaresima è il tempo adatto per lasciarsi colmare dal timore di Dio, nella consapevolezza del limite umano e della grandezza divina. Il Signore ravvivi in noi questo dono del suo Spirito.

Preghiamo insieme e diciamo: Donaci, Signore Gesù, il tuo Spirito.

1. Per la Chiesa, perché sia nel mondo un segno della tenerezza di Dio per i suoi figli, soprattutto per quanti si trovano nella sofferenza e nella tristezza, preghiamo:

2. Per i sacerdoti che esercitano il ministero della riconciliazione, perché rivestiti di Cristo, il buon pastore, aiutino quanti sono nel peccato ad incontrare la misericordia di Dio Padre, preghiamo:

3. Per i fratelli e le sorelle, feriti dalla vita e dalla cultura di morte, perché aprano il loro cuore alla misericordia del Padre per sperimentare la gioia del perdono e di una nuova vita, preghiamo:

4. Per noi qui presenti, perché in questo Anno Santo della Misericordia accogliamo le iniziative per un sincero cammino di conversione a livello personale, familiare e sociale, preghiamo:

Intenzioni della comunità locale.

C - Ascolta, Cristo Gesù, la nostra preghiera e concedi a tutti i nostri fratelli di rinnovare la loro vita nel tuo amore. Lo Spirito Santo ci guidi sulle strade della vita e diventi manifestazione della tua misericordia per tutti. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

A - Amen.

ALLOGGIARE I PELLEGRINI

Pellegrini

Foto Marcato

SARÀ successo a tutti di imbattersi in alcune località diverse dal consueto ambiente di vita e, vedendo il grado di ospitalità delle persone del luogo, di complimentarsi per la loro accoglienza e cortesia.
L’opera di misericordia che invita ad alloggiare i pellegrini, sebbene in origine potesse riferirsi a quanti si trovavano in viaggio per una motivazione di carattere religioso, oggi non perde di valore nelle mutate situazioni della nostra società, perché essa non si riferisce tanto al “chi” bisogna accogliere, ma al fatto “che” la nostra vita deve aprirsi con disponibilità all’altro.
Viviamo in un mondo in cui troppe volte siamo spaventati gli uni nei confronti degli altri, ci temiamo a vicenda, sempre pronti ad entrare in cause legali al primo screzio, foss’anche solo presunto. Jean Daniélou ha una riflessione molto illuminante: “La civiltà ha fatto un passo decisivo, forse il passo decisivo, il giorno in cui lo straniero da nemico (hostis) è divenuto ospite (hospes)».
Ed è con questo spirito che bisogna affrontare le situazioni drammatiche del nostro oggi, in cui assistiamo a frequenti migrazioni, a sbarchi continui di profughi, a persone che bussano alle nostre porte e chiedono, prima che denaro, un sorriso di accoglienza e un tetto dove poter sentirsi a casa. La terra non è importante perché ci abitiamo noi, ma perché è lo spazio vitale voluto da Dio per ogni sua creatura.
Tiberio Cantaboni

V SETTIMANA DI QUARESIMA

14 L Con te, Signore, non temo alcun male. La conoscenza di Gesù è indispensabile per conoscere il Padre. Poiché è lui la luce della vita, nessun giudizio secondo la carne può riconoscere la validità della sua testimonianza. S. Matilde; S. Paolina; B. Giacomo Cusmano. Dn 13,1-9.15-17.19-30.33-62 opp. 13,41c-62; Sal 22,1-6; Gv 8,12-20.

15 M Signore, ascolta la mia preghiera. Noi siamo di questo mondo, siamo di quaggiù, mentre Gesù è di lassù. Per conoscere la sua identità è necessario credere alla sua stretta unione con il Padre dimostrata dalla sua obbedienza. S. Zaccaria; S. Luisa de Marillac; B. Artemide Zatti. Nm 21,4-9; Sal 101,2-3.16-21; Gv 8,21-30.

16 M A te la lode e la gloria nei secoli. Coloro che credono in Gesù devono rimanere nella sua parola, sorgente di verità e di libertà. L’accoglienza della sua parola ci consente di rimanere sempre nella casa del Padre come figli liberi. Ss. Ilario e Taziano; S. Eriberto; B. Giovanni Sordi. Dn 3,14-20.46-50.91-92.95; Cant. Dn 3,52-56; Gv 8,31-42.

17 G Il Signore si è sempre ricordato della sua alleanza. Gesù rivendica la sua superiorità su Abramo, che ha perfino esultato nella speranza di vedere il suo giorno. Gesù non ha bisogno di cercare la sua gloria, perché sarà il Padre a glorificarlo. S. Patrizio, patrono dell’Irlanda; S. Geltrude; B. Corrado. Gen 17,3-9; Sal 104,4-9; Gv 8,51-59.

18 V Nell’angoscia t’invoco: salvami, Signore. L’affermazione di essere il Figlio di Dio viene comprovata da Gesù con le molte opere buone compiute da parte del Padre. È attraverso di esse che possiamo conoscere che il Padre è in lui e lui nel Padre. S. Cirillo di Gerusalemme; S. Frediano; S. Edoardo. Ger 20,10-13; Sal 17,2-7; Gv 10,31-42.

19 S S. Giuseppe, sposo della Beata Vergine Maria. Solennità (bianco), In eterno durerà la sua discendenza. Giuseppe, figlio di Davide, ha il compito di inserire Gesù come Cristo nella discendenza davidica. Obbediente all’ordine dell’angelo trattiene con sé la sua sposa e impone al bambino il nome di Gesù. B. Andrea Gallerani. 2Sam 7,4-5a.12-14a.16; Sal 88,2-5.27.29; Rm 4,13.16-18.22; Mt 1,16.18-21.24a.
Ricorda: 20 marzo, Domenica delle Palme, a Roma la Giornata diocesana della Gioventù.

[20 D Domenica delle Palme e della Passione / C (S. Martino) Lc 19,28-40; Is 50,4-7; Sal 21,8-9.17-20.23-24; Fil 2,6-11; Lc 22,14 -23,56].

Tarcisio Stramare, osj

Salmo responsoriale e accompagnamento

salmo

PROPOSTA PER I CANTI: da Repertorio nazionale, Canti per la Liturgia, ElleDiCi/Cei, Ed. 2009.

Inizio: Attende, Domine (78); Cristo Gesù, Salvatore (273, str. 4-6).
Salmo responsoriale: M° G. Lattuca; Ritornello: Spero nel Signore (336).
Processione offertoriale: Cosa offrirti (272).
Comunione: Tu sei come roccia (309); Tu sei la mia vita (383).
Congedo:Donaci, Signore, un cuore nuovo (81).

ACCOMPAGNAMENTO
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accompagnamento


SAN GIOVANNI MARIA VIANNEY

In una Francia piegata dal regime del terrore nel 1794 sorse in lui la vocazione al sacerdozio. Dopo gli studi teologici e filosofici, nell’agosto 1815 venne ordinato sacerdote a Grenoble all’età di 29 anni. Noto come il Curato d’Ars per la sua intensa attività evangelica come parroco nel piccolo borgo feudale francese Ars-sur – Formans, risalente al sec. XI, divenuto poi un villaggio di 230 abitanti, Jean Marie Baptiste Vianney (1786-1859) fu pastore austero e amabile, zelante, stimato confessore, ebbe in vita fama di santità. Nel 1824 aprì una scuola e un orfanotrofio per ragazze, chiamato «Providence». Beatificato da Pio X nel 1905, fu proclamato santo da Papa Pio XI nel 1925 e dichiarato patrono dei parroci.
Cristina Santacroce

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