29 aprile 2018

Gesù riprende dalla Bibbia l’immagine della vite e dei tralci, per esprimere il rapporto di Dio con il suo popolo Israele. Più volte viene sottolineata la parola "rimanere". Se "rimaniamo" in Cristo, portiamo frutto; staccati da lui, siamo come tralci vecchi, destinati solo al fuoco. - Celebriamo oggi la giornata per il sostegno economico alla Chiesa Cattolica.

RIMANIAMO UNITI A CRISTO VERA VITE

Commento - Disegno: Stefano Pachì
LA liturgia odierna ci invita a riflettere sulla parabola della vite e i tralci. Essere e rimanere uniti a Cristo è fondamentale per ricevere la linfa vitale che ci permette di produrre i frutti. Senza l’adesione piena a Cristo si è improduttivi. Paolo – dicono gli Atti degli Apostoli – è un isolato ed emarginato nella comunità di Gerusalemme (I Lettura). Egli, che in modo sconvolgente è venuto a conoscenza del Cristo, deve fare i conti con la diffidenza che lo circonda. Ma alla fine trova posto nella comunità che lo riconosce come uno degli evangelizzatori più coraggiosi. Siamo peccatori, ma ugualmente amati da Dio.
Giovanni (II Lettura) ce lo dice con chiarezza. Inoltre, dalla comunione con Cristo-Verità nascono frutti copiosi. È una gioiosa certezza che dissipa ogni timore e ci dispone al servizio, al perdono reciproco, alla carità. La fede si esprime in un amore sincero, concreto ed efficace. Gesù nel Vangelo odierno ci assicura che solo il tralcio che resta unito alla vite produce frutto. Aderendo totalmente a Cristo con fede e amore, portiamo frutti di santità e di grazia, di vitalità interiore e di impegno per l’evangelizzazione.

Domenico Brandolino, ssp

GESÙ, «FIGLIO DI DIO»

«Il Battesimo di Cristo», Giulio Campi (1502 - 1572). Cattedrale di Cremona. Foto Sedmak/Istock
È l’evangelista Marco a svelarci l’identità di Gesù «Figlio di Dio» («Inizio del Vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio», Mc 1,1) e a condurci a riconoscerla e a proclamarla nella fede con le parole del centurione romano ai piedi della croce: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio» (Mc 15,39).
Nel suo Vangelo Matteo pone sulle labbra dell’apostolo Pietro la professione di fede che ancora risuona in ogni nostra comunità cristiana: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Mt 16,16). Nella Bibbia vengono chiamati «figli di Dio» quanti sono legati a Lui con un rapporto particolarmente significativo o che da Lui ricevono una missione da svolgere: gli angeli (Cfr Tb 5,4), i re (Cfr Sal 2,7), il popolo stesso di Dio (Cfr Sal 82,6). Era, questo, un titolo che esprimeva non una figliolanza diretta, ma la adozione a figli da parte di Dio. Così avviene nel nostro Battesimo, nel quale «riceviamo la adozione a figli» (Gal 4,5).
Riferito a Gesù, questo titolo vuole indicare l’unicità della sua relazione di Figlio con il Padre, Dio: «Io e il Padre siamo una cosa sola« (Gv 10,30).
Questa unicità viene garantita dalla rivelazione stessa del Padre, che in alcuni momenti decisivi della missione di Gesù ne afferma l’identità di «Figlio», come nel Battesimo («Tu sei il Figlio mio, l’amato», Mc 1,11) e nella Trasfigurazione («Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo», Mc 9,7).

Don Primo Gironi, ssp, biblista

RETE MONDIALE DI PREGHERA DEL PAPA

Per l’Evangelizzazione: Perché i fedeli laici compiano la loro specifica missione mettendo la loro creatività al servizio delle sfide del mondo attuale.

Dei Vescovi: Perché quanti si prendono cura dei poveri lo facciano con grande rispetto e autentico dono.

Mariana: Perché nelle famiglie e nella società si stabilisca il Regno di Gesù e di Maria.

XIV FESTIVAL BIBLICO 2018

Dal 3 al 27 maggio 2018: oltre 150 eventi a Vicenza, Verona, Padova, Rovigo, Vittorio Veneto. Organizzato dalla Società San Paolo e dalla Diocesi di Vicenza. Coordinamento organizzativo del Centro Culturale San Paolo. Tema: Futuro, alla luce della Bibbia. Per informazioni: SEDE DI VICENZA. Centro Culturale San Paolo - onlus Viale Ferrarin, 30 - 36100 VICENZA VI - Tel. 0444.1540019. email: segreteria@festivalbiblico.it sito internet: http://www.festivalbiblico.it

Preghiera dei fedeli

C - Fratelli e sorelle, il Signore Gesù ci ha detto: «Rimanete in me, come io rimango in voi. Chi rimane in me, fa molto frutto». Chiediamo di poter comprendere che senza questa intima unione con Cristo, la vita di fede rischia di estinguersi.

Preghiamo insieme, dicendo: Ascoltaci, o Signore.

1. Per la Chiesa di Dio: perché attraverso l’annuncio e la testimonianza di vita il Vangelo raggiunga la nostra società e il mondo intero. Preghiamo:

2. Per i capi di Stato e di governo: perché si impegnino nel promuovere i valori umani della pace, della libertà e della giustizia sociale. Preghiamo:

3. Per il Sinodo dei Vescovi , che si svolgerà in ottobre, sul tema: “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”: perché i giovani possano trovare una risposta alle attese della loro vita, preghiamo:

4. Per la comunità parrocchiale: perché grazie al dono dello Spirito Santo cresca attraverso le prove della vita nella fede, nella speranza e nella carità, preghiamo:

Intenzioni della comunità locale.

C - Resta con noi, Signore Gesù, perché senza di te la nostra vita è sterile. Ispiraci il desiderio di vivere intimamente uniti a te con la preghiera e con la partecipazione ai tuoi sacramenti che danno la vita. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

A - Amen

V SETTIMANA DI PASQUA

30 L Non a noi, Signore, ma al tuo nome dà gloria. Gesù propone il binomio amore e osservanza dei comandamenti, perché l’amore è qualcosa di concreto, fatto di scelte e decisioni. S. Pio V (m.f.); S. Giuseppe Benedetto Cottolengo; S. Sofia. At 14,5-18; Sal 113B,1-4.15-16; Gv 14,21-26.

01 M Rendi salda, Signore, l’opera delle nostre mani. Lo stupore è la caratteristica dei compaesani di Gesù: conoscono suo padre e sua madre, sanno da dove viene e credono di sapere chi sia, ma in realtà il suo mistero per loro rimane nascosto. S. Giuseppe lavoratore (m.f.); S. Riccardo Pampuri. Gen 1,26 - 2,3 opp. Col 3,14-15.17.23-24; Sal 89,2-4.12-14.16; Mt 13,54-58. Oggi i lavoratori cristiani venerano San Giuseppe come esempio e patrono.

02 M  S. Atanasio, vescovo e dottore della Chiesa. Memoria (bianco). Andremo con gioia alla casa del Signore. Essere uniti a Gesù, come tralci alla vite, è l’unico modo per portare frutto. Se non lo facciamo è segno che siamo staccati da Lui, morti, inutili come rami secchi. S. Antonino di Firenze. At 15,1-6; Sal 121,1-6; Gv 15,1-8.

03 G  Ss. Filippo e Giacomo, apostoli. Festa (rosso). Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio. Alla domanda di Filippo che chiede di vedere il Padre, Gesù risponde con un’affermazione solenne: è lui l’unico che ce lo fa vedere. S. Giovenale. 1Cor 15,1-8a; Sal 18,2-5; Gv 14,6-14.

04 V Ti loderò fra i popoli, Signore. Il comandamento che Gesù ci dona è una rivelazione: possiamo amarci gli uni gli altri perché Lui, rendendoci suoi amici, genera in noi la possibilità di amare. S. Antonina; S. Floriano; Ss. Silvano e c. At 15,22-31; Sal 56,8-12; Gv 15,12-17.

05 S Acclamate il Signore, voi tutti della terra. L’odio del mondo per i cristiani è una cartina al tornasole che ci rivela se apparteniamo a Dio o al mondo; non dobbiamo quindi spaventarci di questo: se il mondo ci odia vuol dire che siamo di Dio. S. Gottardo; B. Nunzio Sulprizio; B. Caterina Cittadini. At 16,1-10; Sal 99,2-3.5; Gv 15,18-21.

[06 D  VI Domenica di Pasqua / B (S. Pietro Nolasco) At 10,25-26.34-35.44-48; Sal 97,1-4; 1 Gv 4,7-10; Gv 15,9-17]. 

Elide Siviero

Salmo responsoriale e accompagnamento

Salmo

PROPOSTA PER I CANTI: da Repertorio nazionale, Canti per la Liturgia, ElleDiCi/Cei, Ed. 2009, 5 Ristampa. 

Inizio: Mio Signore, gloria a te! (554); Cristo è risorto, alleluia! (541).
Salmo responsoriale: Ritornello: Popoli tutti, lodate il Signore (127-128); M° A. Bastoni.
Processione offertoriale: Amatevi, fratelli (611).
Comunione: Sei tu, Signore, il pane (719); Tu percorri con noi (744).
Congedo: Regina dei cieli (590).

ACCOMPAGNAMENTO
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Accompagnamento


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