6 marzo 2016

In questo Anno Santo straordinario la lettura della parabola del figliol prodigo acquista un particolare significato. In essa riconosciamo la misericorda di Dio Padre che viene incontro a noi in Gesù, il suo Figlio amato, e nostro fratello.

«PADRE, HO PECCATO VERSO IL CIELO E DAVANTI A TE»

commento

DOPO la lunga schiavitù egiziana, gli Ebrei sono finalmente entrati vittoriosi nella terra promessa, possono cibarsi dei suoi frutti e nella gioia celebrare con la Pasqua la festa della liberazione. È finalmente cancellata l’onta d’Egitto (I Lettura). Il Vangelo si sofferma sul ritorno del figlio, figura dell’umanità, il quale dopo il suo prepotente allontanamento dal Padre e la sconsiderata perdita di tutti gli averi e soprattutto della propria dignità, si riaffaccia confuso alla casa paterna. La scena mette in evidenza la sorprendente accoglienza da parte del Padre, il grande offeso, che manifesta il suo amore attraverso la misericordia, considerata eccessiva dal fratello irreprensibile. Nella parabola è racchiusa tutta la storia della nostra salvezza, dominata dalla misericordia divina che ci fa diventare “giustizia di Dio”, liberandoci dalla schiavitù del peccato. San Paolo (II Lettura) riassume tutto nella parola “riconciliazione”, che viene da Dio mediante Cristo attraverso il ministero della Chiesa. Sorprendente rimane la nostra persistente diffidenza verso Dio, che costringe l’Apostolo a supplicarci di lasciarci riconciliare con Dio!
Tarcisio Stramare, osj

Preghiera dei fedeli

C - Fratelli e sorelle, abbiamo un Dio-Padre che non giudica e attende con fiducia il ritorno dei figli smarriti. Per questo osiamo invocare con fiducia il suo aiuto e diciamo.

Ascolta, Signore, la nostra supplica.

1. Per la Chiesa, santa e sempre bisognosa di purificazione, perché sia nel mondo segno credibile della presenza e dell’amore di Dio verso l’uomo peccatore, preghiamo:

2. Per questo mondo lacerato dall’odio, dalle ingiustizie e da ogni sorta di violenze, perché gli uomini aprano il loro cuore alla reciproca compassione, al perdono e alla riconciliazione, preghiamo:

3. Per le famiglie, perché meditando la parabodel figliol prodigo mostrino comprensione nei momenti difficili per una riconciliazione sincera ed un clima di amicizia rinnovata, preghiamo:

4. Per questa assemblea liturgica, perché una volta sperimentata la misericordia del Signore, nel sacramento della Penitenza, si mostri misericordiosa verso i fratelli, preghiamo:

Intenzioni della comunità locale.

C - O Padre, che hai cura dei deboli, rivolgi il tuo sguardo misericordioso su quanti attendono il tuo perdono, perché restituiti alla speranza dalla morte redentrice del tuo Figlio, innalzino a te il canto di riconoscenza e di lode. Per Cristo nostro Signore.

A - Amen.

PER UNA CONVERSIONE PERMANENTE

COME si può passare dalla confessione alla conversione? «Tra confessione e conversione c’è un legame molto stretto. – Ha spiegato l’arcivescovo Mons. Orazio Soricelli di Amalfi - Cava de’ Tirreni. – La confessione è un incontro sacramentale con Cristo, che nel farci riconoscere i nostri peccati, ci risana, ci purifica e ci offre la grazia del perdono.
La conversione è un cammino di rinnovamento di vita, che precede la confessione e deve continuare anche dopo. L’amarezza della colpa, il desiderio di una vita santa e la grandezza della misericordia di Dio, ci sospingono nell’itinerario di conversione.
La riconciliazione sacramentale ci fa sperimentare la gioia del perdono e ci aiuta a liberarci dal peccato. La confessione non è un atto automatico, che ci immunizza dai riflessi del male.
Dobbiamo fare i conti con la nostra fragilità, con “quel guazzabuglio del cuore umano” – come soleva dire il Manzoni – che ci porta a sbagliare e cadere. Nel nostro cuore albergano contraddizioni: desideriamo il bene, ma ci troviamo a compiere il male. L’autentica conversione opera la rottura con il male ed esprime la buona volontà dell’uomo.
I segni di una conversione sono la concretezza, la costanza, la radicalità e l’amore. Nel cammino di conversione è bene non confidare soltanto sulle proprie forze, ma poggiarsi sulla forza che viene da Cristo e lasciarsi toccare dalla sua potenza guaritrice. Un programma di vita pratico, intelligente e realistico, sostenuto dalla preghiera e illuminato dalla Parola di Dio, potrà essere una valida difesa alla nostra debolezza e farci progredire sulla strada della santità».
Lucia Giallorenzo

Padre Pio

San Pio, al secolo Francesco Forgione, nacque a Pietrelcina presso Benevento il 25 maggio 1887. Entrò nell’Ordine dei Frati minori cappuccini. Promosso al presbiterato (1910), esercitò con grandissima dedizione il ministero sacerdotale soprattutto nel convento di san Giovanni Rotondo. Servì nella preghiera e nell’umiltà il popolo di Dio attraverso la direzione spirituale, la riconciliazione dei penitenti e una particolare cura per i malati e i poveri. Pienamente configurato a Cristo Crocifisso, portò a compimento il suo cammino terreno il 23 settembre 1968. Fu canonizzato il 16 giugno 2002 da san Giovanni Paolo II. La liturgia lo ricorda il 23 settembre.

IV SETTIMANA DI QUARESIMA

7 L Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato. Il funzionario del re si “mette in cammino” sulla parola rassicurante di Gesù. Di qui l’espressione “peregrinazione della fede”, che non è un inutile vagare, ma seguire un percorso sicuro. Ss. Perpetua e Felicita; S. Gaudioso; S. Teresa M. Redi. Is 65,17-21; Sal 29,2.4-6.11-13; Gv 4,43-54.

8 M Dio è per noi rifugio e salvezza. Opp. Con la tua presenza salvaci, Signore. La guarigione non richiesta del paralitico mostra Gesù all’opera nella sua qualità di Figlio. Alla creazione, devastata dal peccato, Gesù restituisce la perfezione al suo stato originario. S. Giovanni di Dio; S. Ponzio; S. Provino. Ez 47,1-9.12; Sal 45,2-3.5-6.8-9 ; Gv 5,1-16.

9 M Misericordioso e pietoso è il Signore. Gesù rivela la sua identità di Figlio, amato dal Padre, dal quale ha ricevuto ogni potere sulla vita e sulla sorte degli uomini. Il passaggio dalla morte alla vita dipende dalla fede in lui. S. Francesca Romana; S. Caterina da Bologna. Is 49,8-15; Sal 144,8-9.13-14.17-18; Gv 5,17-30.

10 G Ricordati di noi, Signore, per amore del tuo popolo. A conferma delle sue affermazioni Gesù adduce la testimonianza di Giovanni Battista e soprattutto le opere che il Padre gli ha dato da compiere e l’autorità delle Scritture. Ss. Caio e Alessandro; S. Vittore; S. Simplicio. Es 32,7-14; Sal 105,19-23; Gv 5,31-47.

11 V Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato. Quanto è difficile la stessa convivenza di Gesù con l’umanità! Cercano addirittura di ucciderlo, costringendolo a muoversi di nascosto. Garanzia della sua vita sono i tempi fissati dal Padre. S. Sofronio; S. Pionio; S. Eulogio. Sap 2,1a.12-22; Sal 33,17-22; Gv 7,1-2.10.25-30.

12 S Signore, mio Dio, in te ho trovato rifugio. La presenza di Gesù solleva molte perplessità: la folla si interroga sulla sua origine umana; le guardie rimangono inattive, bloccate dalle sue parole; tra gli stessi avversari nasce il dissenso. S. Massimiliano; S. Innocenzo I; B. Fina. Ger 11,18-20; Sal 7,2-3.9-12; Gv 7,40-53.

[13 D V Domenica di Quaresima / C (S. Sabino) Is 43,16-21; Sal 125,1-6; Fil 3,8-14; Gv 8,1-11].

Tarcisio Stramare, osj

Salmo responsoriale e accompagnamento

salmo

PROPOSTA PER I CANTI:
da Repertorio nazionale, Canti per la Liturgia, ElleDiCi/Cei, Ed. 2009.

Inizio: Apri le tue braccia (256); Soccorri i tuoi figli (98).
Salmo responsoriale: da Il canto del Salmo (ElleDiCi, Leumann 2011); Ritornello: Esultai, quando mi dissero (320).
Processione offertoriale: O Signore, raccogli i tuoi figli (369).
Comunione: Grazie ti voglio rendere (280); Passa questo mondo (300).
Congedo:Quello che abbiamo udito (301).

ACCOMPAGNAMENTO
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accompagnamento


I PAOLINI IN ASCOLTO DI PAPA FRANCESCO

La Comunità religiosa della Società San Paolo di Vicenza, accogliendo l’invito della locale Diocesi, ospita già dal mese di agosto 2015 oltre 40 profughi, provenienti da Nigeria, Etiopia, Siria, Iraq e Ghana. I Vescovi europei chiedono non un’accoglienza disordinata, quanto piuttosto “una integrazione rispettosa e collaborativa per chi ha veramente bisogno”.

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