15 marzo 2015

La liturgia con il canto d’ingresso ci invita alla gioia. Ci fa pregustare la letizia pasquale. Gioia per il trionfo di Cristo, ma anche gioia per il ritorno di tanti figli e figlie lontani dalla casa del Padre. Un Padre amoroso che sempre attende con fiducia.

DIO HA MANDATO IL FIGLIO PERCHÉ IL MONDO SIA SALVATO

Gesù a Nicodemo: «Come Mosè innalzò il serpente, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo».

Gesù a Nicodemo: «Come Mosè innalzò il serpente, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo».

NELL’INCONTRO con Nicodemo, Gesù tratteggia il mistero della sua Pasqua di morte e risurrezione, ricorrendo all’episodio del Libro dei Numeri (21,4-9), allorché Dio nell’Antico Testamento salvò dal morso dei serpenti chiunque fissasse gli occhi al serpente di bronzo innalzato da Mosè nel deserto. Per il Vangelo di san Giovanni quel simbolo di salvezza si compie ora pienamente nella Croce di Cristo, innalzata in mezzo all’umanità. Ma proprio davanti alla Croce si produce la grande divisione tra gli uomini e si decide il destino della storia. Da un lato il mondo che crede viene alla luce, opera in Dio, fa la verità: è salvato; dall’altro il mondo che non crede, è già condannato, poiché dimorando nelle tenebre, odia la luce e compie azioni malvage (Vangelo). Il Signore, comunque, a tutti i costi vuol recuperare il suo popolo. Già la I Lettura narra che, dopo averlo punito con l’esilio a motivo delle sue colpe, Israele sarà risollevato mediante Ciro, re di Persia. San Paolo, scrivendo agli Efesini, (II Lettura) amplia questo disegno di misericordia a beneficio degli uomini: nonostante la nostra indegnità, Dio ci ha fatti rivivere con Cristo.
Sergio Gaspari, smm

SAN GIUSEPPE L’UOMO GIUSTO

«Gesù con Giuseppe e Maria in pellegrinaggio verso il Tempio di Gerusalemme».

«Gesù con Giuseppe e Maria in pellegrinaggio verso il Tempio di Gerusalemme» (foto ALFREDO BRASIOLI, 2014.).

L’EVANGELISTA Matteo, nella Genealogia, (1,1-17), dopo aver presentato gli antenati di Gesù, introduce il nome di Giuseppe, affermando che è «lo sposo di Maria» e da lei «è nato Gesù, chiamato Cristo» (1,16). Queste espressioni denotano che Gesù fu generato tramite un concepimento e un parto del tutto singolare: non come frutto dell’unione fra un uomo e una donna, ma come risultato del misterioso congiungimento fra Dio e una creatura umana, Maria. Per questo motivo non desta stupore che Giuseppe rimanga perplesso: da uomo giusto desiderava compiere la volontà di Dio, ma era di fronte a un fatto inatteso: Maria, sua sposa, attendeva un figlio! Senza disonorarla, quindi in segreto, inizialmente intende applicare la legge mosaica, scrivendo un atto di ripudio perché potesse essere sciolta dal vincolo matrimoniale; tuttavia, mentre pondera il daffarsi, «stava considerando queste cose» (1,20), gli viene manifestato il disegno di Dio. L’apparizione dell’angelo in sogno e le sue parole lo confortano sul fatto che Maria non gli è stata infedele, ma lei stessa per prima ha accolto la volontà di Dio e ora Giuseppe ha il compito di custodire il figlio che nascerà. La maternità di Maria e la paternità di Giuseppe hanno nella Santa Famiglia due modalità differenti di esprimersi, ma per Gesù saranno autentici genitori, perché come lo Spirito ha generato in Maria il figlio, così il medesimo Spirito, chiamando Giuseppe a imporgli il nome, lo costituisce realmente suo padre ed educatore.
Tiberio Cantaboni

IN PREGHIERA CON IL SALMO 136/137

Tu, Signore, sei il nostro liberatore e noi cantiamo la tua lode, sperimentando la dolcezza della libertà dopo le durezze della schiavitù. Volgiamo lo sguardo verso di te, che ci inviti a tornare dal nostro esilio e a ricostruire la nostra città. Donaci la forza di rimanere fedeli alla tua volontà.

15 marzo - Santa Luisa de Marillac

Santa Luisa de Marillac nacque nel 1591 come figlia naturale di Luigi de Marillac, signore di Ferrières; quando il padre morì, Luisa dovette guadagnarsi da vivere. I parenti poi non accolsero la sua richiesta di farsi religiosa e la maritarono ad Antonio Le Gras: fu un matrimonio in cui non mancarono le tensioni superate grazie a san Francesco di Sales e san Vincenzo de’ Paoli col quale fondò le Figlie della Carità. Morì il 15.3.1660 e venne canonizzata nel 1934.
Luigi Giovannini, ssp

Preghiera dei fedeli

C - Fratelli e sorelle, salvati per grazia mediante la fede rivolgiamo con fiducia al Padre le nostre preghiere.

Preghiamo insieme e diciamo:

A - Ascolta, o Padre, la nostra preghiera


1. Per la Chiesa, perché nella fedeltà al Vangelo illumini con il linguaggio della misericordia e nella carità il cammino dei cristiani. Preghiamo.

2. Per le famiglie, perché nel dialogo quotidiano coltivino i valori dell’unità, dell’amore e della comprensione. Preghiamo.

3. Per i giovani, perché non si scoraggino dinanzi alle difficoltà economiche del nostro tempo ma guardino con fiducia al futuro. Preghiamo.

4. Per noi qui riuniti, perché dal Dio fedele all’alleanza impariamo la coerenza al comandamento dell’amore evitando divisioni con i fratelli. Preghiamo.

Intenzioni della comunità locale.

C - Donaci, Signore, la grazia di ascoltare con fede i tuoi insegnamenti per eliminare le tenebre del peccato e avvicinarci alla tua luce. Tu che vivi e regni con il Padre e lo Spirito Santo nei secoli dei secoli.

A - Amen.

PADRE GABRIELE ALLEGRA

Tanto attivismo, tanto amore per il prossimo, tanto coraggio nel difendere la Chiesa nel paese più comunista della storia, la Cina di Mao, non si comprendono se non si coglie il nucleo essenziale della sua vita interiore: l’ispirazione a san Francesco e un’appassionata, ardita dedizione all’Immacolata come “Corredentrice”. Così padre Gabriele Maria Allegra (San Giovanni La Punta 1907 - Hong Kong 1976) definiva la Madre di Cristo. Il suo grande amore verso la Parola di Dio lo spinse a tradurre la Bibbia in lingua cinese. Per questo immane sforzo padre Allegra è ancora ricordato con gratitudine e ammirazione. Il 29 settembre 2012 è stato beatificato ad Acireale presso la cattedrale di Maria SS.ma Annunziata.
Cristina Santacroce

IV DOMENICA DI QUARESIMA

16 L Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato. Alla diffidenza dei Galilei verso Gesù viene contrapposta la fede in lui di un pagano, che lo prega per la guarigione del figlio. Ss. Ilario e Taziano; S. Eriberto; B. Giovanni Sordi. Is 65,17-21; Sal 29,2.4-6.11-12a; Gv 4,43-54.

17 M Dio è per noi rifugio e fortezza. Il paralitico è nell’impossibilità di cambiare la sua sorte e sembra rassegnato. È Gesù che prende l’iniziativa e lo guarisce. S. Patrizio; S. Geltrude; B. Corrado. Ez 47,1-9.12; Sal 45,2-3.5-6.8-9; Gv 5,1-16.

18 M Misericordioso e pietoso è il Signore. La guarigione del paralitico evidenzia l’identità divina di Gesù, che opera proprio di “sabato”, giorno esclusivo del Signore. S. Cirillo di Gerusalemme. Is 49,8-15; Sal 144,8-9.13-14.17-18; Gv 5,17-30.

19 G San Giuseppe, sposo della beata Vergine Maria. Solennità (bianco). In eterno durerà la sua discendenza. Attraverso il matrimonio con Maria, l’uomo giusto Giuseppe è chiamato da Dio a dare la discendenza davidica a Gesù, assumendone la paternità legale. B. Andrea Gallerani. 2Sam 7,4-5a.12-14a.16; Sal 88,2-5.27.29; Rm 4,13.16-18.22; Mt 1,16.18-21.24a.

20 V Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato. La presunzione di sapere è proprio quella che ci impedisce di conoscere veramente Gesù. S. Martino di Braga; S. Cutberto. Sap 2,1a.12-22; Sal 33,17-22; Gv 7,1-2.10.25-30.

21 S Signore, mio Dio, in te ho trovato rifugio. A quanti ritengono che Gesù sia “il Cristo”, i farisei ribattono che il Messia non proviene dalla Galilea, come Gesù, ma da Betlemme, luogo di origine di Davide. Gli stessi farisei però non sanno che Gesù è nato a Betlemme. S. Nicola da Flüe. Ger 11,18-20; Sal 7,2-3.9-12; Gv 7,40-53.

22 D V Domenica di Quaresima / B (San Benvenuto)
Ger 31,31-34; Sal 50,3-4.12-15; Eb 5,7-9; Gv 12,20-33

Tarcisio Stramare, osj

Salmo responsoriale e accompagnamento

Salmo

PROPOSTA PER I CANTI:
da Repertorio nazionale, Canti per la Liturgia, ElleDiCi/Cei 2009.
Inizio: Tu sei come roccia (309); Dono di grazia (82).
Ritornello al Salmo responsoriale del M° A. Parisi; Oppure: Rit. comune: Come il cervo (156).
Processione offertoriale: Quando venne la sua ora (120).
Comunione: Mistero della cena (364); Tu sei la mia vita (Symbolum ’77) (383).
Congedo: Salve, regina, dolce madre (220).

ACCOMPAGNAMENTO
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Accompagnamento

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