10 aprile 2016

La liturgia della Parola di questa Domenica di Pasqua ci presenta la fragilità dell’umanità di Pietro e la forza della sua fede: essa diventa esempio per ogni discepolo di Cristo. -– Oggi si celebra la giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore.

BEATI COLORO CHE NON HANNO VISTO E HANNO CREDUTO

Gesù sulla spiaggia

«BISOGNA obbedire a Dio invece che agli uomini». Così, (I Lettura), Pietro e i suoi compagni rispondono al Sommo Sacerdote che vorrebbe impedire loro di insegnare nel nome di Gesù. Chissà se Pietro, nel rispondere in tal modo, avrà ricordato l’esperienza sul lago di Tiberiade, quando – secondo Giovanni (Vangelo) – dopo una notte infruttuosa, la sua obbedienza alla parola del Risorto ha trasformato le reti prima vuote in reti traboccanti di 153 grossi pesci! L’obbedienza alla parola di Dio ricolma la nostra vita di quella gioia e di quella letizia di cui ci parla sempre il racconto degli Atti.
È infatti un’obbedienza che si fonda sull’amore, anzitutto quello del Cristo Risorto. Egli ci conosce in verità; conosce anche il nostro peccato come quello di Pietro (la triplice domanda di Gesù è un richiamo al suo triplice rinnegamento) ma lo trasforma: il Pietro ‘vuoto’ per il suo peccato diviene il Pietro ‘pieno’ di dedizione e di amore per il gregge che il Signore gli affida. Certi di questa grazia che opera anche in ciascuno di noi, possiamo con l’Apocalisse (II Lettura) innalzare il nostro inno di lode e di benedizione a Dio e al suo Agnello Gesù.
Fr Luca Fallica, Comunità SS.ma Trinità a Dumenza

VISITARE GLI INFERMI

Visitare gli infermi

«Visitare gli infermi», di Trento Longaretti. Vetrate nella Chiesa di Santa Maria Goretti, Milano.


ESSERE colpiti da una malattia, specie se grave, è un evento del tutto particolare nella vita: significa sperimentare con angoscia che non siamo più noi e la nostra volontà a dire al corpo ciò che deve fare, ma è il corpo a darci ordini, impedendoci di agire come vorremmo e obbligandoci a vivere in un modo che ci disorienta.
È un’esperienza che presto o tardi ogni uomo fa nella vita e che assomma la dimensione fisica a quella spirituale. Per questo nel rapportarsi ad un ammalato è necessario tener presente non solo il “caso clinico”, cioè la patologia, ma anche tutta la sfera dei suoi sentimenti, delle sue prospettive, delle paure che il malato prova.
La Bibbia attesta diverse modalità nel rapporto con la persona inferma: una relazione asettica e di circostanza, che Giobbe definisce come “consolatori stucchevoli” (2,11), “raffazzonatori di menzogne” (16,2), “medici da nulla” (13,4) e, al contrario, una relazione in cui la compagnia e l’ascolto diventa una vera compassione, un “patire con”, facendo dei sentimenti dell’altro i nostri stessi sentimenti.
Come il Samaritano che, vedendo l’uomo piagato, gli passò accanto, lo guardò con amore e ne ebbe compassione (Lc 10,33). Ognuno ha accanto a sé conoscenti o parenti provati dalla malattia e vivere in profondità questa opera di misericordia significa trasfondere in noi lo stile di Gesù, così da poter donare vero conforto e pace del cuore a quanti accostiamo.
Tiberio Cantaboni

BASILICA DI SAN GIOVANNI IN LATERANO

La Basilica di San Giovanni in Laterano

La Basilica di San Giovanni in Laterano, madre e capo di tutte le chiese di Roma e del mondo, fu l’unica sede del Papato dal IV secolo fino al termine del periodo avignonese (IV secolo). La Basilica consacrata nel 324 (o 318) da Papa Silvestro I fu dedicata al SS.mo Salvatore, nel IX sec. Papa Sergio III aggiunse San Giovanni Battista e nel XII sec. Papa Lucio II anche san Giovanni Evangelista.
Lucia Giallorenzo

SACRAMENTO DELLA CONVERSIONE

Il sacramento della Riconciliazione è chiamato: «SACRAMENTO DELLA CONVERSIONE, poiché realizza sacramentalmente l'appello di Gesù alla conversione, il cammino di ritorno al Padre da cui ci si è allontanati con il peccato» (CCC 1423). Nella lingua greca ad indicare la conversione troviamo la parola metànoia, che significa cambiamento di mentalità, in quella ebraica la parola teshubà che vuol dire “ritorno”. Confessarsi ci dà allora la possibilità di compiere questo doppio movimento, di “inversione di rotta” e di “ritorno” al Padre da cui ci siamo allontanati.
g.c.

Preghiera dei fedeli

C - Fratelli e sorelle, come per i primi discepoli di fronte alle reti vuote, anche per noi il Signore risorto viene in soccorso alla nostra insufficienza e povertà. Con questa fiducia innalziamo la nostra preghiera.

Preghiamo dicendo insieme: Signore, vieni in nostro aiuto.

1. Per il Papa e per tutti i pastori della Chiesa, perché nessuna fatica e nessuna delusione arresti il loro impegno evangelico a servizio del popolo di Dio e dell’intera umanità, preghiamo:

2. Per quanti si trovano a vivere difficili situazioni di sofferenza a causa della salute precaria, dell’indigenza o della divisione, perché si aprano per loro orizzonti di speranza, preghiamo:

3. Per le giovani generazioni che si accingono ad assumere le responsabilità di questa nostra società, perché rifiutino ogni compromesso con il male e si impegnino per una convivenza più umana secondo il progetto di Dio, preghiamo:

4. Per le nostre famiglie perché l’amore superi ogni conflitto e i figli siano iniziati ad una vita evangelica, all’insegna dell’accoglienza reciproca e della generosità gratuita, preghiamo:

Intenzioni della comunità locale.

C - Padre di infinita misericordia, tu conosci tutto e sai che ti amiamo nel volto del tuo Figlio Gesù. Accogli la nostra preghiera e vieni in soccorso alle tante nostre povertà. Per Cristo nostro Signore.

A - Amen.

III SETTIMANA DI PASQUA

11 L S. Stanislao, vescovo e martire. Memoria (rosso). Beato chi cammina nella legge del Signore. Gesù esorta una parte della folla di Cafarnao a non cercare il cibo che perisce, ma quello che non perisce e che lui stesso darà. S. Gemma Galgani; B.Elena Guerra. At 6,8-15; Sal 118,23 - 24. 26 - 30; Gv 6,22-29.

12 M Alle tue mani, Signore, affido il mio spirito. Il vero pane del cielo non è la manna, come al tempo di Mosè, ma quello che darà Gesù. S. Giulio I; S. Zeno; S. Giuseppe Moscati. At 7,51 - 8,1a; Sal 30,3-4.6-8.17.22; Gv 6,30-35.

13 M Acclamate Dio, voi tutti della terra. Le parole di Gesù toccano di certo tutti noi, nonostante l’incontro nei segni del pane e del vino, la nostra fede lascia spesso a desiderare. S. Martino I (m.f.); S. Ermenegildo; B. Ida. At 8,1b-8; Sal 65,1-7; Gv 6,35-40.

14 G Acclamate Dio, voi tutti della terra. Per comprendere Gesù come il “pane di vita” dobbiamo anzitutto accettarlo con fede come Parola del Padre. S. Lamberto; Ss. Tiburzio, Valeriano e Massimo; S. Liduina. At 8,26-40; Sal 65,8-9.16-17.20; Gv 6,44-51.

15 V Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo. Il libro degli Atti ci presenta la conversione di Paolo e segna una “svolta” nel cammino della Chiesa, che ora si volge anche ai pagani. S. Marone; B. Cesare de Bus; B. Damiano de Veuster. At 9,1-20; Sal 116,1-2; Gv 6,52-59.

16 S Che cosa renderò al Signore, per tutti i benefici che ha fatto? Il discorso sul pane di vita è uno scandalo per coloro che lo prendono alla lettera. Ora Pietro accetta nella fede la parola del Signore, che insegna in nome del Padre. S. Bernardetta Soubirous; S. Benedetto Giuseppe Labre; S. Fruttuoso. At 9,31-42; Sal 115,12-17; Gv 6,60-69.

[17 D IV Domenica di Pasqua / C (San Simeone) At 13,14.43-52; Sal 99,2-3.5; Ap 7,9.14b-17; Gv 10,27-30].

Enrico M. Beraudo

Salmo responsoriale e accompagnamento

salmo

PROPOSTA PER I CANTI: da Repertorio nazionale, Canti per la Liturgia, ElleDiCi/Cei, Ed. 2009.

Inizio: Alleluia! Il risorto Redentore (166); I cieli narrano (281).
Salmo responsoriale: G. Liberto; Rit.: Terra tutta, da’ lode a Dio (306).
Processione offertoriale: Eccomi (277).
Comunione: Come unico pane (348); Santo, vero Spirito del Padre (186).
Congedo: Cristo, splendore del Padre (175).

ACCOMPAGNAMENTO
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