18 settembre 2016

La parabola evangelica non ci presenta come modello l’amministratore infedele, ma la sua rapidità nel decidere. Anche noi siamo chiamati a scegliere tra Dio e il denaro. I beni che possediamo non vanno idolatrati, al punto che prendano il posto di Dio, dei genitori, degli sposi, dei figli…

LIBERACI, SIGNORE, DALLA AVIDITÀ DELLE RICCHEZZE

commento
GESÙ ancora una volta sconvolge la mentalità del mondo. Nel brano del Vangelo odierno di Luca, egli insegna ai suoi discepoli come usare il denaro e le ricchezze: con accortezza e guardando non a un orizzonte temporale definito, ma all'eternità, al Regno. Parla di un amministratore disonesto che ha saputo utilizzare le ricchezze per farsi degli amici e prepararsi un futuro migliore. Gesù non lo giustifica per aver falsificato i conti, ma ne sottolinea la scaltrezza nel gestire la ricchezza. Da qui l’insegnamento per noi: Gesù invita a ritenere il denaro un mezzo e non un fine. Infatti, il cristiano deve occuparsi del suo destino eterno usando i beni per aiutare i poveri, perché sono loro che un giorno lo accoglieranno nel Regno.
Sono i poveri la vera ricchezza che non ci sarà tolta, perché grazie a loro possiamo esercitare quella carità che ci permette di accumulare tesori in Cielo. L’invito alla giustizia e all’onestà nei confronti dei più deboli è ribadito anche dal profeta Amos nella prima Lettura. Tutti gli uomini, infatti, sono fratelli e figli dello stesso Padre e tutti hanno per destino la santità, come afferma l’apostolo Paolo nella seconda Lettura.

Nicola Gori

«LA PECORA CHE SI ERA PERDUTA»

“Il pastore ha ritrovata la pecora perduta”, illustrazione di Giorgio Trevisan. © La Domenica.
QUESTA breve parabola è raccontata da Gesù per rendere più comprensibile quanto egli amava dire con la sua parola: «Il Figlio dell’uomo è venuto a cercare e salvare ciò che era perduto» (Lc 19,10).
È anche una parabola che meglio rende visibile il volto misericordioso di Dio nelle parole e nelle azioni di Gesù: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro» (v. 2).
Nella Bibbia è frequente l’immagine di Israele come “il gregge” di cui Dio si prende cura (Sal 23) e nel Vangelo Gesù è il buon Pastore dalle cui mani nessuno può strappare le sue pecore (Gv 10,28).
L’amore misericordioso di Dio è espresso dai due verbi che ritmano la parabola: “perdere” e “cercare”: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? » (v. 4). La pecora che si è perduta è l’uomo che, con il peccato, rischia il fallimento totale di se stesso (come significa il verbo “perdere” nel Vangelo).
Il verbo “cercare” indica la dignità dell’uomo, creato a immagine di Dio. Dio si “veste” della sua misericordia per cercare anche uno solo di noi strappandoci dalla “terra” del peccato e offrendoci la gioia di essere nuovamente inseriti nel gregge delle sue cento pecore in cielo: «Vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione» (v. 7).

Primo Gironi, biblista

Preghiera dei fedeli

C - Fratelli e sorelle, la preghiera degli umili attraversa le nubi e giunge fino al trono di Dio. Pieni di fede invochiamo, il Padre giusto e misericordioso.

Preghiamo insieme dicendo: Dio, fonte di ogni bene, ascoltaci.

1. Perché la Chiesa sappia proclamare il senso evangelico della povertà ed essere esempio tra gli uomini di solidarietà e di condivisione verso gli ultimi, preghiamo:

2. Perché i politici e i responsabili delle nazioni s’impegnino a ridurre il divario tra ricchi e poveri, affinché tutti possano vivere una vita con uguale dignità e pace, preghiamo:

3. Perché ogni gesto di amore dei cristiani porti l’umanità a riconoscere in Dio la fonte della carità e ad amarlo sopra ogni cosa, preghiamo:

4. Perché tutti i presenti a questa assemblea eucaristica siano illuminati dalla carità di Cristo che ha dato la sua vita per tutti, offrendola come pane di vita, preghiamo:

Intenzioni della comunità locale.

C - Dio misericordioso, sempre attento alle vicende della nostra vita, esaudisci le preghiere dei tuoi figli e aiutaci a riconoscere, nella fede, i segni della tua provvidenza. Per Cristo nostro Signore.

A - Amen.

LE PREGHIERE DELLA MISERICORDIA

Tu sei amore, carità. Tu sei sapienza. Tu sei umiltà. Tu sei pazienza. Tu sei bellezza. Tu sei mansuetudine. Tu sei sicurezza. Tu sei quiete. Tu sei giustizia. Tu sei temperanza. Tu sei protettore. Tu sei custode e difensore nostro. Tu sei speranza nostra. Tu sei fede nostra. Tu sei carità nostra. Tu sei completa dolcezza nostra. Tu sei nostra vita eterna, grande e ammirabile Signore, Dio onnipotente, misericordioso Salvatore.

(Dalle “Lodi di Dio Altissimo” di san Francesco d’Assisi)

XXV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

19 L Il giusto abiterà sulla tua santa montagna, Signore. Nella tua vita risplenda la luce di Cristo: non coprirla con la tua incoerenza. Ascolta la sua parola per non disperdere il suo dono di grazia. San Gennaro (m.f.); San Mariano; San Ciriaco. Pr 3,27-34; Sal 14,2-5; Lc 8,16-18.

20 M Santi Andrea Kim Taegon, sacerdote, Paolo Chong Hasang e compagni, martiri. Memoria (rosso). Guidami, Signore, sul sentiero dei tuoi comandi. Non sono i legami di sangue che ci fanno entrare nella famiglia di Gesù. Chi ascolta e vive la sua parola ne diventa fratello e madre. Sant’Eustachio. Pr 21,1-6.10-13; Sal 118,1.27.30.34-35.44; Lc 8,19-21.

21 M San Matteo, apostolo ed evangelista. Festa (rosso). Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio. Tu, o Signore, «hai scelto Matteo il pubblicano e lo hai costituito apostolo del Vangelo» (Colletta). Celebriamo con gioia le meraviglie della tua misericordia. San Giona; Santa Maura. Ef 4,1-7.11-13; Sal 18,2-5; Mt 9,9-13.

22 G Signore, tu sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione. Sentendo parlare di Gesù, Erode è perplesso e incuriosito al tempo stesso. Non riesce a decifrare la sua identità e vuole conoscerlo. Curiosità inutile quando non si è disposti a cambiare vita. San Maurizio; San Silvano; Sant’Emerita. Qo 1,2-11; Sal 89,3-6.12-14.17; Lc 9,7-9.

23 V San Pio da Pietrelcina, sacerdote. Memoria (bianco). Benedetto il Signore, mia roccia. Chi sono io per voi? Non è una domanda riservata ai soli apostoli. Gesù la sottopone anche alla nostra generazione, come ai discepoli di ogni tempo. E attende la nostra risposta. Santi Zaccaria ed Elisabetta; San Lino. Qo 3,1-11; Sal 143,1.3-4; Lc 9,18-22.

24 S Signore, tu sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione. Al culmine del suo successo, Gesù pronuncia parole strane e incomprensibili: sarà consegnato nelle mani degli uomini. Come possiamo capire, noi che facciamo fatica ad abbandonarci nelle mani del Padre? Beata Vergine Maria della Mercede; San Rustico; San Pacifico. Qo 11,9 – 12,8; Sal 89,3-6.12-14.17; Lc 9,43b-45.

[25 D XXVI Domenica del T. O. / C (S. Vincenzo de’ Paoli) Amos 6,1a.4-7; Sal 145,6-10; 1Tm 6,11-16; Lc 16,19-31].

Agatino Gugliara, ssp

Salmo responsoriale e accompagnamento

Salmo

PROPOSTA PER I CANTI: da Repertorio nazionale, Canti per la Liturgia, ElleDiCi/Cei, Ed. 2009.

Inizio: Cielo nuovo (47); Te lodiamo, Trinità (205).
Salmo responsoriale: M° C. Carena; Ritornello: Spero nel Signore (336).
Processione offertoriale: Quanta sete nel mio cuore (376).
Comunione: Beato chi cammina (259); O terra tutta (299).
Congedo: Altissima luce (208).

ACCOMPAGNAMENTO
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Accompagnamento


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