21 agosto 2016

Anche se la porta è stretta, come dice il Vangelo, tutti possiamo entrare, perché tutti siamo chiamati alla salvezza e a goderne i frutti, «seduti insieme a mensa nel regno di Dio», secondo la bella immagine di Gesù.

«SFORZATEVI DI ENTRARE PER LA PORTA STRETTA»

commento
NON basta appartenere alla Chiesa per essere salvi, così come non bastava essere un membro del popolo d’Israele per gustare la salvezza. Questa è per coloro che credono e accolgono la promessa di Dio cambiando la propria vita. Così, alla visione grandiosa proposta dal profeta Isaia (I Lettura), in cui una carovana sconfinata, composta da tutti i popoli della terra, entra nella città santa per annunziare la gloria di Dio, corrispondono le parole sconvolgenti di Gesù (Vangelo) che annuncia l’universalità della redenzione, offerta a tutti i popoli che la vogliano accettare.
Essere cristiani non è un rito magico che garantisca la salvezza: essa si attua nell’incontro con Cristo, nella partecipazione al suo mistero pasquale di morte e di risurrezione che celebriamo ogni domenica nell’Eucaristia, centro della nostra fede e fulcro delle nostre scelte. Questo ha i colori di una porta stretta, (Vangelo), di una via non facile, perché diversa da ciò che propone il mondo. È sequela di Cristo, non giocherellare con il divino. È l’abbraccio fra l’iniziativa di Dio e la nostra risposta. Come diceva sant’Agostino: «Colui che ti ha creato senza di te, non ti salva senza di te».

Elide Siviero

CONSOLARE GLI AFFLITTI

Consolare gli afflitti
QUANDO Gesù invita i discepoli a non sprecare parole nella preghiera, come invece fanno i pagani (Cfr. Mt 6,7), è perché egli sa che Dio non è lontano dal suo popolo, sa ciò di cui ha bisogno, è vicino all’umanità sofferente e viene incontro ad essa con la sua tenerezza e misericordia. In Gesù il Padre ha voluto mostrare che cosa significhi tutto ciò: la Lettera agli Ebrei afferma che noi «non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato» (4,15).
Così Gesù è stato in grado di provare compassione per quanti erano nell’afflizione, perché egli stesso l’ha sperimentata: si è commosso profondamente per la morte dell’amico Lazzaro, ha pianto perché Gerusalemme non aveva saputo riconoscere il tempo della salvezza, ha pregato il Padre «con forti grida e lacrime » (Eb 5,7). Non solo, senza esserne toccato, ha voluto però sperimentare l’abbruttimento a cui porta il peccato e così si è reso solidale con quanti erano ammalati nel corpo e nello spirito.
Gesù è allora un grande esempio di come ci si debba accostare a chi è nell’angoscia e nell’afflizione: con garbo, cautela, ma soprattutto condividendo il suo stato, provando vera compassione e pietà, cercando maggiormente la vicinanza spirituale che vuote parole, le quali a volte rischiano di rimanere esterne o addirittura fuori luogo.

Tiberio Cantaboni

LE PREGHIERE DELLA MISERICORDIA

Tu infatti dall’inizio del tempo sei il dispensatore dei beni su coloro che si prostrano, nel cuore, alla tua potenza, com’è giusto, offrendo loro i doni della fede, delle opere e delle buone speranze, e tutti i doni del divino e adorabile Spirito tuo, o Dio di misericordia, ora e sempre e in ogni tempo, per i secoli dei secoli. Amen.

Simeone Nuovo Teologo (949-1022)

LA PRATICA DELLE INDULGENZE

«Una delle grazie che l’Anno Santo mette a nostra disposizione è la pratica delle indulgenze. Le indulgenze sono una forma di partecipazione responsabile alla redenzione di Cristo. Si tratta di un prassi cristiana che nasce dalla consapevolezza della Chiesa di dovere sostenere tutti i suoi figli nel cammino della conversione. Le indulgenze offrono a ciascuno di noi peccatori che si pente il dono della remissione delle conseguenze che accompagnano il peccato nel tempo: la Chiesa, in questo modo, abbraccia con misericordia i suoi figli vivi e defunti e li fa pienamente partecipi della comunione dei Santi».

Cardinale Angelo Scola

Preghiera dei fedeli

C - Fratelli e sorelle, il Signore non dimentica nessuno dei suoi figli e vuole che tutti i popoli della terra siano salvi. Dimostriamo la nostra riconoscenza per il dono della salvezza, e chiediamogli di aiutarci ad accoglierla.

Preghiamo insieme dicendo: Ascoltaci, o Signore.

1. Per la Chiesa, perché sia voce della Parola di Dio, faro per gli uomini di buona volontà, annunciatrice della salvezza donata dal Padre, preghiamo:

2. In questa ancora difficile congiuntura economica, tutti gli uomini di buona volontà si uniscano per lottare contro l’esclusione e l’indifferenza, preghiamo:

3. Per i responsabili dell’economia e della politica perché si mettano davvero a servizio di un’autentica giustizia sociale, preghiamo:

4. Per i nostri fratelli che soffrono per la fede, perché in questi tempi difficili non manchi loro la nostra solidarietà ed il nostro aiuto, preghiamo:

5. Per la nostra comunità, perché in questo Giubileo della misericordia impari a passare per la porta stretta del perdono reciproco e dell’amore donato senza limiti, preghiamo:

Intenzioni della comunità locale.

C - O Padre, che disponi per il nostro bene, più di quanto osiamo chiedere e sperare, accogli l’umile espressione della nostra fede e donaci un cuore fiducioso e pronto ad accogliere l’immensità del tuo amore. Per Cristo, nostro Signore.

A - Amen.

XXI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

22 L B.V. Maria Regina. Memoria (bianco). Annunciate a tutti i popoli le meraviglie del Signore. Bisogna vigilare sul pericolo dell’ipocrisia che ci induce a usare le cose sacre per i nostri scopi. Si finge una devozione che in realtà è solo superbia. S. Filippo Benizi; S. Fabrizio. 2Ts 1,1-5.11b-12; Sal 95,1-5; Mt 23,13-22.

23 M Vieni, Signore, a giudicare la terra. Gesù ci mette in guardia dall’osservanza esteriore dei precetti, dal formalismo che chiude nell’egoismo, dall’inganno dell’apparenza che ci ruba la verità. S. Rosa da Lima (m.f.); S. Zaccheo; S. Flaviano. 2Ts 2,1-3a.13-17; Sal 95,10-13; Mt 23,23-26.

24 M S. Bartolomeo, apostolo. Festa (rosso). I tuoi santi, Signore, dicono la gloria del tuo regno. Secondo una tradizione, Bartolomeo sarebbe Natanaele. Egli passa dallo scetticismo ironico alla fede appassionata per Colui che è stato capace di leggere nel suo cuore. S. Giovanna Antida; S. Andrea F. Ap 21,9b-14; Sal 144,10-13.17-18; Gv 1,45-51.

25 G Benedirò il tuo nome per sempre, Signore. Gesù ci invita a vigilare con l’immagine ardita di un ladro che irrompe nella casa per derubare: solo chi è attento non si lascia cogliere impreparato. S. Ludovico (m.f.); S. Giuseppe Calasanzio (m.f.); S. Genesio 1Cor 1,1-9; Sal 144,2-7; Mt 24,42-51.

26 V Dell’amore del Signore è piena la terra. Come le dieci vergini che attendono lo sposo per festeggiare le sue nozze, anche noi dobbiamo essere pronti e saggi per vivere l’incontro con Gesù. S. Melchidesek; S. Anastasio; S. Eleuterio. 1Cor 1,17-25; Sal 32,1-2.4-5.10-11; Mt 25,1-13.

27 S S. Monica, madre di Sant’Agostino. Memoria (bianco). Beato il popolo scelto dal Signore. Il Signore offre a ciascuno una ricchezza immensa, la vita stessa, un talento da non sprecare nella paura e nella pigrizia, ma da donare con amore. S. Rufo; S. Narno. 1Cor 1,26-31; Sal 32,12-13.18- 21; Mt 25,14-30.

[28 D XXII Domenica del T.O. / C (S. Agostino) Sir 3,17-20.28-29; Sal 67,4-7-10-11; Eb 12,18-19; 22-24; Lc 14,1.7-14].

Elide Siviero

Salmo responsoriale e accompagnamento

Salmo

PROPOSTA PER I CANTI: da Repertorio nazionale, Canti per la Liturgia, ElleDiCi/Cei, Ed. 2009.

Inizio: Noi canteremo gloria a te (294); Tutta la terra canti a Dio (310).
Salmo responsoriale: da Il canto del salmo responsoriale (ElleDiCi, Leumann 1997); Ritornello: Terra tutta, da’ lode a Dio (306).
Processione offertoriale: Tu, fonte viva (381).
Comunione: Mistero della Cena (364); Quando venne la sua ora (120).
Congedo: Grazie ti voglio rendere (280).

ACCOMPAGNAMENTO
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Accompagnamento


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