14 agosto 2016

Di fronte a Gesù tutti noi siamo chiamati a prendere una decisione. Il “battesimo” cui allude Gesù è la sua morte e il “fuoco” che egli porta è la sua Parola e il suo Spirito. Siamo chiamati a morire a noi stessi per vivere della Parola di Gesù.

SAPPIAMO DISCERNERE I SEGNI DEI TEMPI

Gesù con alcuni discepoli
TENERE fisso lo sguardo su Gesù, come ci invita a fare la seconda lettura, significa anche, per quanto possibile, condividere il suo sentire. Luca, nel vangelo, apre uno squarcio nel vissuto interiore del Signore, mostrando come in esso si intreccino da una parte il desiderio per un fuoco da gettare sulla terra, dall’altra l’angoscia per un battesimo da ricevere. I due aspetti non sono separabili, poiché il fuoco al quale allude Gesù è lo Spirito, il cui dono passa attraverso il suo battesimo nella morte per effondere lo Spirito della vita. Anche in questo senso Gesù è venuto a portare non la pace, ma la divisione.
O meglio: la pace che egli dona non va confusa con un quietismo a buon mercato, nel quale si evitano conflitti perché non si prende mai posizione su nulla. Chi ama la pace è disposto a perdere la propria pace per assumere decisioni coraggiose, dire parole vere, compiere gesti profetici. Tutto ciò suscita spesso il rifiuto degli uomini, come accade a Geremia nella prima lettura. La divisione che Gesù porta attraversa anzitutto il nostro cuore, per renderlo coerente con l’evangelo. Soltanto così il fuoco dello Spirito potrà infiammare di vita nuova la terra.

Fr Luca Fallica, Comunità SS.ma Trinità a Dumenza

Preghiera dei fedeli

C - Fratelli e sorelle, con lo sguardo rivolto a Cristo buon Pastore, che siede alla destra del Padre, ci presentiamo con fiducia a Dio che ancora oggi ci fa ascoltare le esigenze radicali della sua Parola di vita.

Preghiamo insieme dicendo: Signore, vieni in nostro aiuto
.

1. Perché la Chiesa guidi i fedeli ad ascoltare la voce del Signore e a seguire le sue parole e i suoi esempi, preghiamo:

2. Perché chi ci governa si adoperi per garantire a tutti le condizioni di un sereno vivere sociale, preghiamo:

3. Perché i nostri fratelli che soffrono per la fede abbiano da parte nostra un’attenzione concreta e una sincera solidarietà in questi tempi difficili, preghiamo:

4. Perché la nostra comunità parrocchiale non tema di essere, nei suoi membri, testimone dei valori contenuti nel Vangelo, preghiamo:

Intenzioni della comunità locale.

C - Padre celeste, tu hai mandato nel mondo profeti e testimoni e ci hai inviato il tuo stesso Figlio, fa’ che non ci scandalizziamo di lui, ma accogliamo con disponibilità la sua parola di verità e di vita. Per Cristo, nostro Signore.

A - Amen.

AMMONIRE I PECCATORI

Pappa Francesco
FRA le opere di misericordia, quella che chiede di ammonire i peccatori risulta forse la più delicata e difficile da compiere: un falso rispetto umano porta sovente a rendere lo sbaglio altrui più oggetto di derisione o di pettegolezzo, che occasione di correzione fraterna. Eppure il cristiano è chiamato a vivere il secondo atteggiamento, escludendo totalmente il primo. È segno di responsabilità e di mutuo aiuto per camminare sulla strada del bene e della verità.
Gesù, nel Vangelo, ha più volte richiamato questo dovere e ha indicato in un’occasione la strada maestra: quando un fratello sbaglia, anzitutto l’ammonimento deve avvenire nel segreto; se non ascolta, allora si chieda l’aiuto di due o tre persone perché insieme si possa maggiormente discernere il bene dell’altro; se non ascolta ancora, si convochi la comunità, perché tutti si facciano carico di quel peccatore e gli tendano la mano perché cambi vita; se non ascolta nemmeno così, sia – dice Gesù – «come un pagano e un pubblicano» (Mt 18,17).
Così sembrerebbe che alla fin fine, dopo aver provato diverse volte, la persona deve essere abbandonata a se stessa. Ma non è proprio Gesù che sedeva a mensa con pubblicani e peccatori (Mt 9,10)?
Ciò allora significa che a volte la correzione non può avvenire con la parola, ma deve essere mediata dalla condivisione della vita, dallo stare accanto, perché la conversione avvenga più per assunzione di un atteggiamento che per comprensione iniziale di un valore.

Tiberio Cantaboni

XX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

15 L Assunzione B. Maria Vergine. Solennità (bianco). Risplende la Regina, Signore, alla tua destra. Elisabetta proclama Maria beata per la sua fede. Maria magnifica il Signore per quanto ha operato in lei. La Chiesa gioisce oggi nel contemplare Maria assunta nella gloria del Cielo. S. Tarcisio; S. Stanislao Kostka. Ap 11,19a; 12,1-6a;10ab; Sal 44,10-12.15; 1Cor 15,20-27a; Lc 1,39-56.

16 M Il Signore farà giustizia al suo popolo. Tra le ricchezze e Dio una scelta si impone; la loro incompatibilità è assoluta. Anche Pietro stenta a capire la grandezza della ricompensa per chi lascia tutto. S. Stefano di Ungheria (m.f.); S. Rocco, S. Teodoro. Ez 28,1-10; Cant. Dt 32,26-28.30.35b-36a; Mt 19,23-30.

17 M Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla. Di fronte alla bontà di Dio non c’è differenza tra il primo è l’ultimo. La possibilità che ci è data di lavorare nel suo Regno è già una grande grazia, motivo di ringraziamento e mai di rivendicazione. S. Chiara della Croce; S. Giovannna Delanoue; S. Mirone. Ez 34,1-11; Sal 22,1-6; Mt 20,1-16.

18 G Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati. All’onore dell’invito di Dio alla festa si contrappone la nostra risposta, che rifiuta in modo violento la chiamata o si schermisce sotto differenti pretesti. S. Elena; S. Agapito; B. Paola Montaldi. Ez 36,23-28; Sal 50,12-15.18-19; Mt 22,1-14.

19 V Rendete grazie al Signore, il suo amore è per sempre. Anche noi, come il fariseo, finiamo per mettere alla prova Gesù. Ma di fatto è la risposta di Gesù che mette alla prova noi, condannandoci ogni qual volta nella nostra condotta separiamo i due precetti dell’amare Dio e il prossimo. S. Giovanni Eudes (m.f.); S. Sisto III; B. Guerrico. Ez 37,1-14; Sal 106,2-9; Mt 22,34-40.

20 S S. Bernardo abate e dottore della Chiesa. Memoria (bianco). La gloria del Signore abiti la nostra terra. Certamente Gesù non intende abolire una relazione di autorità voluta dalla natura e sancita dal Decalogo; le sue parole ci mettono in guardia dall’usurpare un’autorità che appartiene solo a Dio. S. Samuele profeta; S. Filiberto. Ez 43,1-7a; Sal 84,9-14; Mt 23,1-12.

[21 D XXI Domenica del T. O. / C (S. Pio X) Is 66,18b-21; Sal 116,1-2; Eb 12,5-7.11-13; Lc 13,22-30.]

Tarcisio Stramare, osj

Salmo responsoriale e accompagnamento

Salmo

PROPOSTA PER I CANTI: da Repertorio nazionale, Canti per la Liturgia, ElleDiCi/Cei, Ed. 2009.

Inizio: Padre, che hai fatto (203); Beatitudini (227).
Salmo responsoriale: M° A. Recalcati; Ritornello: Ascolta le mie parole (257).
Processione offertoriale: Molte le spighe (365).
Comunione: Beato chi cammina (259); Se tu mi accogli (96).
Congedo: Gioia del cuore (279).

ACCOMPAGNAMENTO
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Accompagnamento


IL CONFESSORE

Anch’io, parroco della diocesi di Concordia- Pordenone, sono tra i Missionari della Misericordia. Un dono che per me ora si fa compito di responsabilità verso quanti si accosteranno al sacramento della Riconciliazione: sarò chiamato a essere per loro narratore della Misericordia di Dio. Sarò chiamato a far sì che la confessione non sia “stanza di tortura”, ma esperienza di ri-creazione, intesa come “nuova creazione”, ma pure gioia.

Don Andrea Vena

LA VITA DELLA CHIESA È LA MISERICORDIA

L’Architrave che sorregge la vita della Chiesa è la misericordia. Tutto della sua azione pastorale dovrebbe essere avvolto dalla tenerezza con cui si indirizza ai credenti, nulla del suo annuncio e della sua testimonianza verso il mondo può essere privo di misericordia.

Attorno al Giubileo della Misericordia
Il MOTTO DI BERGOGLIO.
La misericordia è un tema molto caro a papa Francesco che già da vescovo aveva scelto come suo motto «Miserando atque eligendo ». Si tratta di una citazione presa dalle Omelie di san Beda Venerabile, il quale, commentando l’episodio evangelico della vocazione di san Matteo (9,9-13), scrive: «Vidit ergo Iesus publicanum et quia miserando atque eligendo, vidit, ait illi: Sequere me». (Vide Gesù un pubblicano e siccome lo guardò con sentimento di amore e lo scelse, gli disse: Seguimi). Questa omelia è un omaggio alla misericordia divina. Una traduzione del motto potrebbe essere «Con occhi di misericordia».

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