10 luglio 2016

Allo scriba che aveva chiesto a Gesù chi doveva amare come suo prossimo, egli risponde presentando nella parabola del buon Samaritano chi si è comportato da vero prossimo. In questo tempo non mancano occasioni in cui possiamo diventare prossimo di qualche persona sofferente o in necessità.

UN MAESTRO DELLA LEGGE: «CHI È IL MIO PROSSIMO?»

commento
L’ODIERNA liturgia ci presenta l’esigenza centrale e radicale della morale cristiana: l’amore. Ci viene detto che conoscere, amare e incarnare nella propria vita la parola di Dio non è un traguardo irraggiungibile. È, invece, un messaggio iscritto nelle tavole di carne del cuore umano. Il libro del Deuteronòmio (I Lettura) afferma che la parola del Signore è molto vicina, è nella bocca e nel cuore di ognuno. La fedeltà non è compito impossibile, ma alla portata di tutti. Vera saggezza per Israele è osservare i comandi e i decreti di Dio.
L’apostolo Paolo apre la lettera ai Colossesi con un inno espresso in un linguaggio complesso e profondo (II Lettura). In esso si esalta la figura di Cristo, il suo primato e la sua funzione nella creazione e nella ri-creazione dell’uomo. Con la parabola del buon samaritano (Vangelo), Luca mette a fuoco l’amore cristiano, che si esprime in azioni e in parole. Protagonisti: un sacerdote e un levita, espressione di un culto staccato dalla vita, e un samaritano, eterodosso e maledetto, che viene trasformato in modello di vita. Al termine del racconto Gesù suggerisce al dottore della legge e a noi: «Va’ e anche tu fa’ così».

Domenico Brandolino, ssp

Preghiera dei fedeli

C- Fratelli e sorelle, Cristo Signore ci chiede di vivere la sua parola non da semplici spettatori. La fedeltà alla sua missione è costata a Gesù la vita. Anche noi, cristiani, dobbiamo saper offrire noi stessi in piena solidarietà.

Preghiamo insieme e diciamo: Signore, fa’ che la tua parola rinnovi la nostra vita.

1. Per la Chiesa: perché con gesti concreti mostri la sua vicinanza ai poveri e agli emarginati, preghiamo.

2. Per i nostri governanti: perché non vengano trascurate le necessità delle famiglie e le tante urgenze della società, preghiamo:

3. Per noi cristiani: perché diventiamo dei buoni samaritani che si chinano con amore sulle ferite del nostro prossimo, preghiamo:

4. Per la nostra comunità parrocchiale: perché vi regni una carità instancabile, capace di raggiungere anche le periferie, preghiamo:

Intenzioni della comunità locale.

C- Signore Gesù, insegnaci ad amare i nostri fratelli e sorelle come tu li ami. Così potremo sentirci e dirci davvero tuoi discepoli. Tu che vivi e regni con il Padre e con lo Spirito Santo nei secoli dei secoli.

A - Amen.

RICONCILIATI PER RICONCILIARE

Relazioni: La misericordia annunciata nella Scrittura e celebrata nella liturgia (p. E. Ronchi); I sacramenti: celebrazione della misericordia di Dio (dom I. Scicolone); Eucaristia, penitenza e riconciliazione (mons. F. G. Brambilla); Riconciliati per riconciliare: la misericordia al tempo di papa Francesco (fr. Enzo Bianchi).
Due comunicazioni: don M. Monfrinotti sulla Decretale di Innocenzo I e don S. Sirboni sul simbolo della Porta, cui seguirà una Liturgia Penitenziale. *
* Rivolgersi a Centro di Azione Liturgica, via Liberiana, 17 – 00185 Roma, tel. 06 474 1870 – Fax 06 4741860 – www.centroazioneliturgica.it
oppure: Diocesi di Gubbio - Largo Vescovado, 1 - 06024 Gubbio (PG), Tel. 075 9273980 www.67settimanaliturgica.it

LA MISERICORDIA È RESPONSABILITÀ

La misericordia di Dio è la sua responsabilità per noi. Lui si sente responsabile, cioè desidera il nostro bene e ci vuole felici, colmi di gioia e sereni. E sulla stessa lunghezza d’onda che deve orientare l’amore misericordioso dei cristiani. Come il Padre così amano i figli. Come è misericordioso Lui, così siamo chiamati ad essere misericordiosi noi, gli uni verso gli altri.

INSEGNARE AGLI IGNORANTI

Insegnare agli ignoranti
IL termine “ignorante”, nel nostro frasario comune, ha un’accezione piuttosto negativa e denigratoria nei confronti di una persona: indica un uomo che non capisce, testardo, rozzo, squilibrato. Tuttavia, l’accezione alta di questa parola si riferisce, come è evidente, al fatto che nessuno nella vita nasce “imparato”, ma ha bisogno, su ogni fronte, di istruzione, proprio perché inizialmente vive in una condizione di ignoranza.
Dio stesso, nella storia del popolo d’Israele, e Gesù Cristo, con i suoi discepoli, si pongono come i grandi Maestri. Dice Giobbe: «Chi è maestro come lui?» (36,22) e Gesù veniva generalmente chiamato “Rabbì”, che significa appunto “Maestro”.
Dio sa che il popolo ha bisogno di imparare la strada della vita e Gesù ai discepoli annota: «Vi ho detto queste cose perché… la vostra gioia sia piena» (Gv 15,11). Da questo si comprende che la missione della Chiesa è allora quella di insegnare la verità di Dio perché il mondo sia riportato in questo stato di benessere e di pace voluto all’inizio dal Creatore e così l’uomo possa vivere una felicità autentica già qui sulla terra.
Ogni cristiano, quindi, ha un doppio dovere: anzitutto porsi in uno stato di sequela, cioè alla scuola del Signore, e poi di insegnante, accompagnando con delicatezza alla conoscenza della fede quanti sono assetati di verità e di luce per la propria vita.

Tiberio Cantaboni

XV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

11 L S. Benedetto patrono d’Europa. Festa (bianco). Gustate e vedete com’è buono il Signore. Alla prima lettura fa eco il Prologo della Regola di san Benedetto: «Ascolta, figlio mio, gli insegnamenti del maestro e apri docilmente il tuo cuore; accogli volentieri i consigli». S. Pio I; S. Olga. Pr 2,1-9; Sal 33,2-11; Mt 19,27-29.

12 M Dio ha fondato la sua città per sempre. I miracoli che Gesù compie non sono fine a se stessi, ma segni per manifestare chi egli è veramente. Ss. Nabore e Felice; S. G. Gualberto; S. Leone I. Is 7,1-9; Sal 47,2-8; Mt 11,20-24.

13 M Il Signore non respinge il suo popolo. Solo gli umili accolgono le parole di Gesù come un annuncio buono, liberante e consolante. S. Enrico (m.f.); S. Clelia Barbieri; S. Esdra. Is 10,5-7.13-16; Sal 93,5-10.14-15; Mt 11,25-27.

14 G Il Signore dal cielo ha guardato la terra. A coloro che si aprono con fiducia all’amore divino donato senza condizioni, Gesù chiede non un impegno insopportabile, ma dolce e leggero. S. Camillo de Lellis (m.f.); S. Toscana; B. Angelina da Montegiove. Is 26,7-9.12.16-19; Sal 101,13-21; Mt 11,28-30.

15 V S. Bonaventura da Bagnoregio, vescovo e dottore della Chiesa. Memoria (bianco). Tu, Signore, hai preservato la mia vita dalla fossa della distruzione. Dio non vuole la mortificazione e l’umiliazione, ma la misericordia. S. Vladimiro di Kiev; S. Ansuero. Is 38,1-6.21-22.7-8; Cant. Is 38,10-12.16; Mt 12,1-8.

16 S Non dimenticare i poveri, Signore! Matteo, rileggendo gli avvenimenti alla luce dell’Antico Testamento, mostra che Gesù è il compimento della rivelazione divina. B.V. Maria del M. Carmelo (m.f.); B. Irmengarda; S. Antioco. Mi 2,1-5; Sal 9,1-4.7-8.14; Mt 12,14-21.

[17 D XVI Domenica del T.O. / C (S. Marcellina) Gen 18,1-10a; Sal 14,2-5; Col 1,24-28; Lc 10,38-42].

Enrico M. Beraudo

Salmo responsoriale e accompagnamento

salmo

PROPOSTA PER I CANTI: da Repertorio nazionale, Canti per la Liturgia, ElleDiCi/Cei, Ed. 2009.

Inizio: Cielo nuovo (47); Cristo Gesù, Salvatore (273).
Salmo responsoriale: M° A. Recalcati; Ritornello: Apritemi le porte della giustizia (314).
Processione offertoriale: Quanta sete nel mio cuore (376).
Comunione: Amatevi, fratelli (255); Ti seguirò (100).
Congedo: Tota pulchra es, Maria (222)

ACCOMPAGNAMENTO
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