2 luglio 2017

La legge dell’ospitalità era sacra nel mondo antico, ma Gesù le dà un valore nuovo. Non si tratta di un dovere di buona educazione, ma di esprimere la nostra fede con i gesti gratuiti dell’accoglienza e della solidarietà, della condivisione e della partecipazione.

SAPER PERDERE LA VITA PER GESÙ CRISTO...

Commento - Disegno: Stefano Pachì
LA presenza di Gesù, vero Dio e vero uomo, modifica del tutto le relazioni umane, da considerare sotto una luce nuova. Egli rivendica una precedenza assoluta su tutti e su tutto, anche sugli affetti naturali più cari, compresi quelli familiari. Ad essi Gesù antepone anche le relazioni più consone alla sua missione, come quella del profeta che lo annuncia, del giusto che accoglie, del discepolo che lo segue. Non viene risparmiata neppure la propria vita terrena, che non va tenuta per sé, perché la si può ritrovare solo in Gesù, nella sua risurrezione (Vangelo).
Un episodio dell’Antico Testamento ci riferisce il comportamento di un’illustre donna di Sunem, la quale aveva dato un dignitoso alloggio ad Eliseo, perché ritenuto «un uomo di Dio, un santo», che la ricompensa con l’annuncio che diverrà presto madre (I Lettura). San Paolo ci introduce nei misteri della vita di Cristo, della sua morte e risurrezione. Poiché attraverso il battesimo «siamo stati sepolti insieme a lui nella morte», viviamo ora con lui, risuscitato dai morti, e possiamo camminare in una vita nuova (II Lettura).

Tarcisio Stramare, osj

«BEATI I MISERICORDIOSI»

PAPA Francesco ha proclamato lo scorso anno un Giubileo straordinario della Misericordia perché «Gesù Cristo è il Volto della misericordia del Padre»: Egli rivela che «Dio è amore» (1Gv 4,8). «Questo amore è ormai reso visibile e tangibile in tutta la vita di Gesù», che si commuove profondamente di fronte alla moltitudine di persone stanche e sfinite, smarrite e senza guida, di fronte alla vedova di Naim, di fronte ai malati.
Nelle parabole dedicate alla misericordia, come quella della pecorella smarrita, della moneta perduta e del padre misericordioso, «Gesù rivela la natura di Dio come quella di un Padre che non si dà mai per vinto fino a quando non ha dissolto il peccato e vinto il rifiuto, con la compassione e la misericordia».
Quindi «noi siamo chiamati a vivere di misericordia perché a noi per primi è stata usata misericordia. L’architrave che sorregge la vita della Chiesa è la misericordia. Tutto nella sua azione pastorale dovrebbe essere avvolto dalla tenerezza con cui si indirizza ai credenti. La credibilità della Chiesa passa attraverso la strada dell’amore misericordioso e compassionevole». Si richiede, pertanto, la nostra conversione, la nostra disponibilità a compiere le opere di misericordia corporali e spirituali. Come espressione della conversione, «poniamo al centro con convinzione il sacramento della Riconciliazione, perché permette di toccare con mano la grandezza della misericordia».

Mons. Giuseppe Greco

San Leopoldo Mandic. Illustrazione di A. Brasioli
SAN LEOPOLDO (BOGDAN) MANDIC
(Castelnuovo, Bocche di Cattaro (Jugoslavia) 1866 – Padova 1942). Di origine bosniaco-croata, divenne sacerdote dei Frati Minori Cappuccini nel 1890. Arse di zelo per l’unità dei cristiani, con il dialogo tra cattolici e ortodossi. Dedicò la sua vita al ministero della riconciliazione. Possedeva il dono della profezia e di leggere i cuori, ebbe anche le stimmate. Era ricercato dalla gente come ministro della misericordia. Canonizzato da san Giovanni Paolo II nel 1983. La liturgia lo ricorda il 30 luglio.

Illustrazione di A. Brasioli

APOSTOLATO DELLA PREGHIERA

Per l’Evangelizzazione: Per i nostri fratelli che si sono allontanati dalla fede, perché, anche attraverso la nostra preghiera e la testimonianza evangelica, possano riscoprire la vicinanza del Signore misericordioso e la bellezza della vita cristiana.
Dei Vescovi: Perché la Chiesa con sollecitudine materna accolga i giovani e ne valorizzi le potenzialità.
Mariana: Perché Maria ci ottenga la fedeltà anche nell’ora della prova e del dolore.

Preghiera dei fedeli

C - Fratelli e sorelle, come i primi discepoli di Cristo, anche noi siamo chiamati oggi a fare coraggiose scelte di vita secondo il Vangelo. Per questo invochiamo la luce e la forza che ci vengono dall’alto.

Preghiamo insieme dicendo: Signore, guida e sostieni il tuo popolo.

1.
Perché la Chiesa, che si rende presente nelle nostre comunità cristiane e nelle nostre famiglie, sia luogo d’incontro, di comprensione, di reciproco perdono e di fraterna carità, preghiamo:

2. Perché siano numerosi coloro che, con scelte coraggiose, si mettono al servizio del Vangelo nella Chiesa e in ogni altro ambiente della vita sociale, preghiamo:

3. Perché le fatiche e le sofferenze della vita quotidiana, non chiudano mai i nostri cuori, ma siano piuttosto strumento di solidarietà e di amore reciproco, preghiamo:

4. Perché la vita nuova ricevuta nel Battesimo e alimentata dall’Eucaristia faccia di noi testimoni credibili del Vangelo per la gioia e la salvezza nostra e di quanti ci stanno accanto, preghiamo:

Intenzioni della comunità locale.

C - Signore Dio, per mezzo del tuo Figlio Gesù hai promesso la gioia senza fine a coloro che sanno fare dono di sé in questa vita. Confermaci in questa fede e donaci la forza di mettere in pratica la tua parola. Per Cristo nostro Signore.

A - Amen.

XIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

3 L San Tommaso, apostolo. Festa (rosso). Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo. «Non essere incredulo, ma credente!». Un invito che il Signore rivolge non solo a Tommaso, ma anche a ciascuno di noi. Facciamo nostra la sua professione di fede: «Mio Signore e mio Dio!». Sant’Eliodoro; San Leone II. Ef 2,19-22; Sal 116,1-2; Gv 20,24-29.

4 M La tua bontà, Signore è davanti ai miei occhi. Il mare in tempesta obbedì prontamente al comando di Gesù. La fede nella sua parola plachi anche il nostro cuore quando è provato. Santa Elisabetta di Portogallo (m.f.); Beato Piergiorgio Frassati. Gen 19,15-29; Sal 25,2-3.9-12; Mt 8,23-27.

5 M Ascolta, Signore, il grido del povero
. Un potere alienante, quello demoniaco, che domina l’uomo con violenza e lo imprigiona in luoghi di morte. Ma dove arriva Gesù, le forze del male non possono resistere. Sant’Antonio Maria Zaccaria (m.f.). Gen 21,5.8-20; Sal 33,7-8.10-13; Mt 8,28-34.

6 G Camminerò alla presenza del Signore nella terra dei viventi. È molto più grave la paralisi spirituale di quella fisica. Solo la grazia del perdono ci rimette nel cammino di salvezza. Santa Maria Goretti (m.f.); Santa Maria Teresa Ledochowska. Gen 22,1-19; Sal 114,1-6.8-9; Mt 9,1-8.

7 V Rendete grazie al Signore, perché è buono. Scandalosa misericordia, quella di Gesù, per chi si ritiene giusto ma è lontano dal cuore di Dio. Benedetta misericordia, invece, per chi si sente accolto e perdonato da lui. San Panteno di Alessandria; Sant’Odone. Gen 23,1-4.19; 24,1-8.62-67; Sal 105,1-5; Mt 9,9-13.

8 S Lodate il Signore, perché il Signore è buono. Essere discepoli di Gesù non è una pezza cucita sulle nostre vecchie abitudini, ma vino inebriante che rende il nostro cuore in festa. Santi Aquila e Priscilla; Sant’Adriano III; Beato Pietro Vigne. Gen 27,1-5.15-29; Sal 134,1-6; Mt 9,14-17.

[9 D XIV Domenica del T.O. / A (Ss. Agostino Zhao Rong e c.) Zc 9,9-10; Sal 144,1-2.8-11.13-14; Rm 8,9.11-13; Mt 11,25-30].

Agatino Gugliara, ssp

Salmo responsoriale e accompagnamento

Salmo

PROPOSTA PER I CANTI: da Repertorio nazionale, Canti per la Liturgia, ElleDiCi/Cei, Ed. 2009, 5 Ristampa. 

Inizio: Cristo Gesù, Salvatore (633); Ecco il tuo posto (640).
Salmo responsoriale: Modulo: da Il canto del salmo responsoriale (ElleDiCi, 2011); Ritornello: Sei la mia luce (97).
Processione offertoriale: Molte le spighe (679).
Comunione: Sei tu, Signore, il pane (719); Pane vivo, spezzato per noi (699).
Congedo: Gioia del cuore (648).

ACCOMPAGNAMENTO
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Accompagnamento


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